Una (piccola) storia
Qualche anno fa una mia amica mi ha detto “per me uno spettacolo è ben riuscito quando esci dalla sala e capisci che la tua vita è in qualche modo cambiata” e io credo che sia proprio vero, senza esagerare.
Non si tratta di trasformazioni epocali naturalmente, ma di sfumature impercettibili dall’esterno e però internamente molto definite. Le luci si spengono, gli applausi sfumano, la scena si spopola, il mondo torna ad assumere le sue reali proporzioni ma ti sembra che qualcosa dentro si sia acceso. Un incanto. A me è successo (di nuovo) recentemente, con uno spettacolo che ho visto e poi rivisto e che si intitola Gyula, una piccola storia d’amore, di Fulvio Pepe. Un titolo piccolo per una storia altrettanto minuta ma di una bellezza lacerante. È una favola moderna e sincera, che si svolge in una periferia tinta di Est e parla di vittorie più che di sconfitte, di insignificanti e ormai cinici uomini comuni che non hanno apparentemente più niente da dare. Invece. Invece entrano in ballo i sentimenti quelli importanti, che regolano l’universo, sia in bene che in male. Escono gli istinti, la sincerità camuffata e l’ingenuità manifesta. C’è un protagonista speciale, Gyula, che guarda il mondo con i suoi occhi pieni di incanto, da bambino mai cresciuto e per cui i giorni hanno l’unico suono della musica classica. Debussy, Rossini, Beethoven, sono la colonna sonora della sua vita monotona, dei suoi ricordi belli ma lontani e tristi. Gyula però, proprio grazie alla musica, sconvolgerà il suo mondo piccolo, cambierà la vita degli uomini rassegnati che lo circondano. Come per miracolo. Perché uno spettacolo come Gyula, ti fa credere nei miracoli. Quelli umani. Come l’amore sincero e puro. Suscita tenerezza, sospeso com’è in un non tempo lontano dalla nostra frenesia ipertecnologica e inquinata. I desideri sono semplici, i colori sono pieni, le stanze e le bottiglie sono perlopiù vuote.
Gyula è come un libro illustrato capace di toccare corde intime e sottili. Fa scoppiare il cuore. E per questo è capace di cambiare almeno un po’ la nostra vita.
Gyula
scritto e diretto da Fulvio Pepe
con
Gyula Ilaria Falini
Signora Eliza Orietta Notari
Bogdan Gianluca Gobbi
Adi Enzo Paci
Messi Alberto Astorri
Yuri Nanni Tormen
Viku Ivan Zerbinati
Nina Alessia Bellotto
Maestro Jani Pietro Bontempo
Tania Laura Cleri
Il governatore Massimiliano Sbarsi
regista assistente Carlo Orlando
spazio scenico Mario Fontanini
luci Pasquale Mari
direttore di scena Chantal Viola
elettricista Davide Sardella
macchinista Maurizio Mangia
fonico Andrea Romanini
realizzazione costumi Simone Jael Hofer, Chiara Teggi
produzione Fondazione Teatro Due
www.teatrodue.org