Un tesoro tutto mio
Ho ritrovato un piccolo scrigno prezioso, come sono felice. Mi è venuta la nostalgia. Ho trovato i miei vecchi blog. Anche se “trovare” non è proprio la parola giusta, i blog non si perdono, i diari si perdono, si mettono dentro a scatoloni, si chiudono nelle cantine. Così sì che si perdono. Ma i blog non vanno da nessuna parte e forse proprio per questo ho scritto blog e non diari, per non correre il rischio di smarrirli. Li avevo volutamente accantonati, lasciati lì nel loro etere immenso a sonnecchiare. Che strano adesso, rileggerli. Che nostalgia. Delle persone sì, dei luoghi, anche, ma soprattutto di me, di quell’ingenuità lì, tutta salsedine e sogni grandissimi. Campi di grano, primavere, che immensità.
Quello che mi impressiona è che ero veramente grafomane, avevo bisogno di scrivere in continuazione, condividere tutto. Che smania. Adesso faccio molta fatica e sono diventata più introversa, meno propensa.
Uno dei blog è in realtà un Tumblr e quando l’ho creato non avevo molto idea di come funzionasse Tumblr e a dire la verità i dubbi mi sono rimasti. Comunque era partito come un primordiale blog delle case (che poi si è evoluto nel mio jesuislevoyeur.com), non volevo scrivere ma solo pubblicare foto di case, poi mi ha preso l’incontinenza comunicativa e ho cambiato rotta completamente, ho iniziato a sputacchiare stati d’animo, citazioni, canzoni, mondi interiori che capivo solo io, mi sa. E adesso rileggerlo è veramente come chiacchierare con una quasi sconosciuta ventiqualcosenne inquieta, forse innamorata, ingenua, piena di sogni. Un’altra era.
Il blog, anzi, il Tumblr è questo qui.
L’altro invece è ancora più difficile per me da rileggere perché è il diario virtuale del mio Erasmus, nel 2008. L’avevo creato perché volevo raccontare ai miei amici e alla mia famiglia quello che mi succedeva mentre ero a Aix. Scrivevo con grande frequenza e mi piaceva da morire, mi pare incredibile rileggendolo adesso. Quante cose vedevo e vivevo. Mi sembrava tutto così eccezionale. In effetti la vita è meravigliosamente straordinaria e interessante a 23 anni, è tutto un miracolo e una scoperta. Figuriamoci quando vai lontana da casa per la prima volta. Mi ricordo di aver preso la decisione di andare in Erasmus a una velocità impressionante, pochi giorni prima che scadesse il bando. Ero a fare una vacanzina a Valencia e mi è presa quella sensazione che ancora provo quando sono via dall’Italia, di voler cambiare vita, di volermene andare. E in quel febbraio 2008 in effetti potevo farlo. Sono tornata e la prima cosa che ho fatto è stata correre in Università a fare domanda per partire a settembre. Ho scelto Aix, ma credo sarei andata ovunque.
Ascoltavo Carla Bruni perché mi aiutava a immedesimarmi; Apolinaire era la mia ragione di vita; avevo paura ma meno, molto meno di adesso; mi divertivo come una pazza; bevevo e fumavo massivamente e spensieratamente; facevo foto continuamente, a tutto e a tutti, prevalentemente con l’effetto seppia perché la macchinetta a un certo punto si era rotta e fotografava solo così; ero fortemente convinta di avere incontrato l’amore della mia vita e senza esserci neanche mai sfiorati ci siamo lasciati andare; cantavo; parlavo in inglese anche se ero in Francia; non ero timida, ma proprio per niente; avevo la luce negli occhi. Avevo ventitrè anni, insomma.
Sarà scontato, ma è stata una delle esperienze più belle e importanti della mia vita, dovrebbe davvero essere obbligatorio. Niente, il link è questo. Graficamente è terribile, ma all’epoca mi bastava che fosse funzionale; ho provato a portarlo un pochino avanti anche dopo ma no, non era il suo destino, doveva essere un album di quei sei mesi, e così è stato.
Ps: sì, ho la tendenza a chiamare i miei blog in francese, chissà perché.
Pps: la foto viene da wikipedia, ahimè. Le mie sono inutilizzabili (anche perché seppiate 😉 ).