Sono andata quattro giorni a Budapest e, come al solito, avevo preparato una lista di ristoranti da provare, monumenti da vedere e negozi dove fare shopping troppo fitta per il tempo a disposizione. Peccato. Ero lì per un festival di Lindy Hop molto grande, si chiama Lindy Shock University ed era su un battello. Magico, sì. Mi avevano avvertita che non avrei avuto tempo ed energie per camminare, ballare, tirare tardi, ma io non ci credevo. Dovevo ascoltarli, ho provato a fare tutto e ho dovuto, ovviamente, ridimensionare tutto per cercare di accontentare i miei desideri. Così non sono riuscita a rispettare i programmi che avevo immaginato, purtroppo, ma qui vi racconto qualcosa e in fondo all’articolo trovate la lista completa di consigli che avevo portato con me.
In condizioni normali Budapest si può visitare tranquillamente in quattro giorni, anche se devo ammettere che sono rimasta stupita dalle dimensioni. Nella mia testa, non so perché, ero convinta fosse più o meno come Lubiana (la amo! Ve la raccontavo qui), quindi piccola e a misura di passeggiata. Invece no, Budapest è molto grande. Un ulteriore ostacolo poi per me è stata la lingua, l’ungherese è veramente incomprensibile, fortunatamente molti parlano inglese, ma tanti non fanno lo sforzo e, pur rivolgendosi loro in inglese, rispondono in ungherese. Quindi chissà mai che cosa mi avranno detto. A parte questo, è una città bellissima ed elegante, con architetture imponenti e maestose. C’è molto verde, è viva e piena di localini. Ripeto, non sono riuscita a fare moltissimo, ma sicuramente, ripensando al mio week end, l’immagine più forte che ho in testa è la passeggiata lungo il Danubio che ho fatto l’ultima sera: la città si accende di mille lucine e i ponti e il parlamento illuminati sono uno spettacolo veramente meraviglioso.
La città è divisa in due dal fiume, il Danubio, che è grande e importante. Per me i fiumi definiscono il carattere delle città e anche in questo caso il di qua e il di là non potrebbero essere più diversi. C’è Buda, dove ho alloggiato io, la zona del castello, tranquilla, residenziale, silenziosa; e poi c’è Pest, il cuore animato, vivo, colorato. Per andare da una parte all’altra ci vuole circa mezzora di passeggiata e si attraversa uno dei ponti, naturalmente, sono tutti diversi tra loro e il più famoso è il Ponte delle Catene.
Una cosa che ho notato e apprezzato di Budapest è che si mangia veramente bene e c’è moltissima scelta. Quindi con i consigli partirò proprio dal cibo con una premessa: gli ungheresi hanno il sangue lento, quindi non spazientitevi (come me) per le attese un po’ lunghe.
FOOD
- Mazel Tov
Ristorante israeliano in pieno quartiere ebraico. Io sono stata a pranzo ma, per l’atmosfera, consiglio di andarci di sera. È un locale molto alto, con una grande vetrata sul soffitto, dalla terrazza interna scendono piante e lucine e con il buio diventa veramente incantevole e suggestivo. Si mangia bene, noi eravamo in dodici quindi abbiamo provato praticamente l’intero menù e siamo usciti tutti decisamente soddisfatti. - Kispiac Bisztrò
Si mangiano piatti tipici ungheresi, non è affatto un posto turistico e infatti la frequentazione era principalmente local. I gestori non sono propriamente simpatici, ma vale la pena andare e assaggiare l’anatra in ogni sua preparazione. - À la maison grand
Mi sono fatta attrarre dalle 5 pagine di menu del brunch ma, devo dire, non ne sono uscita completamente soddisfatta. Più che altro non ho capito perché insieme al french toast alle fragole mi abbiano portato tutto un decoro di zucchero a velo rosa intriso di caramello. Vabbè. In generale, davvero, la proposta è veramente ricca, ma il brunch va molto di moda a Budapest quindi in realtà ci sono molti altri locali dove starsene seduti a mangiare pancakes e bere caffè in santa pace la domenica mattina.
- Café Gerbeaud
È una delle caffetterie storiche più famose ed eleganti della città. È stata fondata a metà dell’800 ed è ancora molto di moda e bellissima, con soffitti alti, i lampadari di cristallo, le poltroncine e i tavolini di marmo. Noi abbiamo fatto merenda assaggiando le torte tipiche, sia della pasticceria, che della città: la Gerbeaud 160 e la Dobos. - My little Melbourne
Minuscola roastery a Pest. Localino decisamente hipster e piacevole, con tavolini fuori. Tanto legno chiaro, biciclette, macchine per preparare il caffè americano in vendita, scritte luminose. Insomma, c’è un po’ tutto l’instagram. - Szimpla Kert
Il ruin pub per eccellenza, un posto incredibile e indimenticabile. Ero scettica, decisamente non è il genere di posto che fa per me, ma è talmente assurdo da rimanere incantati. Szimpla Kert è, credo, il pub più famoso di Budapest, creato in una ex fabbrica è veramente enorme e pieno di cianfrusaglie di ogni tipo, scritte sui muri, non so dire quanti tavolini, tutti diversi. Bandiere appese, figurine, lampade da ospedale, moltissime piante, c’è di tutto, veramente. Fondamentalmente è un pub, anche se è talmente grande e ormai iconico che viene utilizzato anche per concerti, mostre, rassegne cinematografiche e culturali di ogni tipo.
SHOPPING
L’intenzione era quella di fare il giro delle librerie, prima di partire avevo trovato molti nomi di librerie internazionali che mi sarebbe piaciuto visitare, purtroppo però ho dovuto rivedere i miei piani, un po’ per le distanze, come dicevo, un po’ perché diversi negozi che mi ero segnata sono in realtà chiusi. I negozi di abbigliamento sono un po’ tutti simili, ma abbondano i vintage, ce ne sono davvero moltissimi. Quindi ecco qui la mia lista:
- Bestsellers
Libreria internazionale in pieno centro, non è bellissima ma c’è molta offerta, anche di riviste. - Alexandra Book Store
Libreria non internazionale vicino alla stazione. Cercavo il café interno alla libreria di cui avevo letto meraviglie, ma un po’ che ho fatto confusione con le strade, un po’ che la caffetteria ha chiuso i battenti, alla fine mi sono ritrovata in mezzo a colonne intere di libri in ungherese, uscendo ovviamente a mani vuote. - Szputnik
Negozio vintage e non solo vintage, con anche capi d’abbigliamento di designer locali. Tralascerei il contemporaneo per concentrarmi sul vintage, ci sono pezzi carini a prezzi veramente accessibili. - Retrock
Un altro vintage, molto grande e con moltissima scelta! Anche qui c’è un corner con abiti e accessori disegnati da giovani stilisti ungheresi, ma anche in questo caso mi concentrerei sul resto. - Everafter
Negozietto vintage minuscolo di fianco a Szimpla Kert, pieno pieno di vestitini adorabili.
- PSTR Store
Negozio carino e un po’ street; ne esistono due: il più piccolo è tutto al femminile, quello più grande, vicino alla Sinagoga, ha anche un corner con abbigliamento e scarpe da uomo. - Printa
Un concept store semplicissimo che mi è piaciuto molto, ha all’interno anche una mini caffetteria. Design lineare, tutto in legno, vende piccoli oggetti per la casa, stampe, poster e abbigliamento per adulti e bambini. - The Garden Studio
Tipico negozio modaiolo con abbigliamento hipster e accessori strani, i capi sono belli, originali e ricercati; quindi, anche se il trend è “scontato”, consiglio di dare un’occhiata. - Mono art & design
Concept store interessante perché completamente dedicato a designer e creativi locali, c’è di tutto, dalle saponette ai libri, ai cappotti. I prezzi sono un po’ alti, ma merita una visita. - Judas
Sicuramente il negozio che mi è piaciuto di più. L’ho trovato per caso alzando la testa, è sopra a un locale e ci si accede attraversando, appunto, questo locale e salendo delle scale. È niente più che una stanza piena stipata di vestiti sia nuovi che usati a prezzi bassissimi. La ragazza era seduta sul davanzale della finestra, ascoltava Spotify gratuito con la pubblicità in ungherese e ha accettato il pagamento in Euro perché sarebbe andata a breve in vacanza a Barcellona, quindi le facevano comodo. Assurdità totale, ma mi è piaciuto un sacco.
VARIE
Sono una grande camminatrice, amo muovermi per le città e capirle scoprendole una strada alla volta. Ammetto di non essermi orientata facilmente in questo caso, anche dopo aver camminato Budapest in lungo e in largo. La passeggiata che ho preferito però, come ho scritto prima, è stata lungo il Danubio, tra il Ponte Elisabetta e il Ponte delle Catene; io l’ho fatta a Pest, ma credo che sia più suggestivo dalla parte di Buda, di sera, con vista Parlamento illuminato. Buda è tutto un sali scendi di vicoli, fino ad arrivare alla Collina del Castello, con il Bastione dei Pescatori, la Chiesa di Mattia Corvino e il Palazzo Reale, accanto. Il panorama è pazzesco ed è divertente poi tornare giù con la funicolare e da lì attraversare il Ponte delle Catene e andare dritti verso la Basilica di Santo Stefano. Le strade sono grandi, lunghe, per me immense. Faticose perché mi sembrava non finissero mai; non riesci a smettere di guardarti intorno, i palazzi sono così alti e splendidi ed eleganti che mettono in soggezione. Bellissimo ma purtroppo anche molto turistico il mercato più grande di Budapest, Nagycsarnok, costruito alla fine dell’800. Nonostante i turisti però, rimane autentico e si trovano prodotti locali a prezzi più che ragionevoli. La Sinagoga è enorme, il quartiere ebraico sembra una ragnatela. Le strade sono piccole e polverose, ho trovato molti cantieri, la città si sta rinnovando, anche il Teatro dell’Opera era tutto impacchettato e non sono riuscita a vederlo. Mi sono persa le terme, il che, mi rendo conto, è terribile perchè andare a Budapest senza passare almeno mezza giornata alle terme è una bestemmia. Mi sono persa molto, in realtà. Al ritorno ho detto: non è una città in cui vorrei tornare. Ora, scrivendo, mi sono ricreduta. Mi sono resa conto di quanto non abbia visto e vissuto, perché Budapest non è facile, l’ho trovata ostile come la sua lingua e questo per me rende le città affascinanti. L’impossibilità di capirle al primo colpo e il capriccio di volerci tornare, per scavare, superare il muro linguistico, seguire le persone per capire i dove e i perché.
LEGGERE
Quando viaggio, più che e guide, preferisco leggere storie e romanzi ambientati nei luoghi che visiterò, mi sembra un approccio più intimo e sincero. Naturalmente leggo e prendo con le anche le Lonely Planet e le Routard, ma cerco sempre di affidarmi anche ad altre letture. In questo caso ho scelto Budapest, del brasiliano Chico Buarque. E uno dice Ma cosa c’entra un brasiliano con l’Ungheria? Appunto. Sono le ossessioni che derivano dai viaggi casuali, che ti si attaccano addosso e non ti mollano più.
COSA MI SONO PERSA
Vedere:
– Parlamento
– Terme (Gellert, Szécheny o Rudas)
– Basilica di St. Stefano (e vista da sopra la basilica)
– Margaret Island
– House of Terror
– Hungarian State Opera House
– Invisible Exhibition
– Faust Wine Cellars
– Memento Park
– Andràssy Avenue (e la metro sottostante che è la più vecchia del mondo)
– Cittadella
– City Park
– National Museum
– Biblioteca Ervin Szabò
– Gozsdu Udvar
– Cave Church
Negozi:
– Írók Boltja (libreria)
– FUGA – Budapest Center for Architecture (museo architettura + libreria)
– Massolit (cafè-libreria)
– Omorovicza (brand skincare ungherese)
– Nanushka (brand femminile)
– Antifactory (vintage store)
– Repertory ( negozio di design)
– Rododendron (stampe, poster e gingilli)
Ristoranti:
– Hungarikum Bistro (cibo ungherse)
– Kony bar & restaurant (ristorante con libreria e consigli libreschi)
– Gettò Gulyàs (ristorante tradizionale e alla moda)
– Hilda (ricercato in un locale di metà ‘800, aperto da colazione a cena)
Café:
– Ruszwurm