Sottotitolo: ogni volta che vedo qualcuno fermo con la macchina in moto vorrei dargli una mazzata sul cofano.
Questa volta sono monotematica. Ma la questione del clima mi sta molto a cuore. Non so se è disinformazione, superficialità, arrendevolezza, ma ho l’impressione che non si faccia abbastanza. Tanti sono scettici, altri semplicemente se ne fregano, altri sono paralizzati dalla paura, o forse non crediamo che ognuno nel suo piccolo possa fare qualcosa, ma la verità, a parer mio, è che invece un cambiamento debba partire proprio da noi, dalle nostre abitudini e dai nostri stupidissimi vizi. Smettiamola di dare la colpa agli altri, a chi detiene il potere ed è grande e grosso e ha la voce più forte, partiamo da noi prima, perché per provare a invertire la rotta dovremmo impegnarci tutti, grandi e piccoli. Partiamo dalla concretezza delle nostre scelte quotidiane. Partiamo dalla consapevolezza. Dalle stagioni impazzite, dai ritmi naturali scombussolati. Informiamoci, aiutiamoci e, soprattutto, collaboriamo. Proviamo a spostare lo sguardo, a renderci conto che l’ambiente è qualcosa di cui noi facciamo parte, non di estraneo, e violentarlo come stiamo facendo adesso, volendola pensare in maniera egoistica, porta conseguenze gravi prima di tutto a noi. Mi chiedo che rispetto abbiamo verso noi stessi, che siamo così stupidi da avvelenarci per pigrizia, da costringere i nostri figli a soffocare perché preferiamo assicurarci le migliori comodità piuttosto che impegnarci per garantire alla vita di proseguire. Ma chi ci crediamo di essere? Sfruttiamo tutte le risorse che abbiamo senza alcuna remora, ce ne freghiamo delle conseguenze e pensiamo che meccanizzare e forzare la natura non solo sia un’evoluzione ovvia, sensata e più che sufficiente per garantire la nostra sopravvivenza, ma ci riteniamo anche così intelligenti da credere che compenseremo le distruzioni con sistemi artificiali migliori e più funzionanti. Oppure osserviamo i disastri da lontano e finché non ci toccano proviamo pietà, sì, un pochino, ma tutto rimane così distante da noi che continuiamo imperterriti a comportarci sempre allo stesso modo, sentendoci fortunati, forse anche benedetti, sicuramente sollevati per averla scampata di nuovo. Poveretti, diciamo, e ci dispiace, certo, ma così andiamo avanti ostinati col pensiero che tanto le conseguenze vere, quelle ancora peggiori, chissà quando ci saranno, ci vogliono decenni, forse secoli, tanto saremo già tutti morti. È un pensiero orribile ma lo facciamo tutti.
Questo tema mi ha sempre fatto una grande paura ma ora come ora, dopo un’estate senza piogge che perdura da ormai quasi 6 mesi, penso davvero che dobbiamo agire e, nonostante tutto, confido di cuore nella nostra sensibilità e intelligenza. Nella volontà di aprire gli occhi e di smetterla di dare tutto per scontato e dovuto quando non lo è. Partiamo dal rispetto per noi, per chi ci circonda e per il luogo che ci ospita, perché il mondo ci ospita, teniamolo a mente. Spero che questi articoli siano uno spunto di riflessione e un invito al fare, perché non tutto è perduto secondo me. Non ancora, per lo meno.
Il cambiamento climatico minaccia la pianura padana
What if earth treated us the way we treat earth?
È giusto fare terrorismo psicologico sui cambiamenti climatici?
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