Come dicevo nel post sui regali di Natale, penso che il pensiero migliore sia un libro. Ma, attenzione, non è facile. Io sono sempre alla ricerca del libro perfetto che, si sa, non esiste. O meglio: potenzialmente, qualsiasi libro è il migliore e credo che non sia solo una questione di autori o di genere, quello che spesso mi ha influenzato nel giudizio di un libro è stato il momento in cui l’ho letto. Associo storie ad attimi precisi, è come se ciò che succede tra le pagine si intrecci indissolubilmente con la mia vita e così mi rendo conto che davvero i personaggi sono diventati dei miei “amici”, che abbiamo qualcosa in comune di molto grande e intimo. Io sono una da romanzi, mi piacciono le storie. Non mi appassionano particolarmente le biografie (anche se recentemente ho letto e apprezzato quella di Woody Allen ), non vado matta per i saggi (eccezion fatta per i libri di Bauman) e non mi affascinano per niente i libri di storia e di politica. Per me leggere è un’astrazione. Mi devo tuffare e letteralmente perdere tra le pagine. Non mi piace annoiarmi o distrarmi quando leggo, voglio essere totalmente assorbita. Quest’anno è stato un po’ una delusione per me sotto questo punto di vista, nel senso che raramente ho trovato qualcosa che mi abbia preso al cento per cento, che mi abbia emozionato e portato via. Sicuramente è capitato con Benedizione, di Kent Haruf, uno dei tre volumi che compongono la Trilogia di Holt (gli altri due si intitolano Crepuscolo e Canto della pianura). Sono editi da NN ed è possibile acquistare il cofanetto con tutte e tre le storie. Ecco, questo penso sia un gran bel regalo. Non per tutti, ovviamente. Quando si regala un libro, bisogna andarci cauti. Benedizione è, sostanzialmente, la storia di un uomo che muore. L’uomo si chiama Dad ed è un padre anziano, “che sta andando a fondo”, come dice lui. La morte si percepisce e a me è sembrato tanto di vederlo lì Dad, in quello che rimane del suo corpo decrepito, a ricapitolare i sì e i no della sua vita. Gli irrisolti e le certezze assolute. Leggere questo libro è stato naturalmente doloroso, ma sono felice, in un certo senso, di aver accolto un dolore del genere anche se raccontato, perché è comunque vero. Intimo e comune nello stesso tempo. La storia di Dad parla di America sconfinata, di una pianura popolata da piccoli caratteri -provinciali e intristiti- ben disegnati, di un negozio di ferramenta che è in realtà il romanzo di una vita. Di pastori abbandonati, cow boy con gli stivali, donne infelici. E donne innamorate, ripudiate, ferite, forti, ritrovate. Mai sole. Anche Dad non è mai solo. C’è sua moglie, c’è sua figlia, ci sono i fantasmi. La malattia è un personaggio strisciante e tenace eppure, nonostante tutto, marginale rispetto alla vita che, più o meno dolorosa, sgorga ininterrottamente. Quindi forse mi sono sbagliata: non è la storia di un uomo che muore, è in realtà il riassunto della vita.
Non ho ancora letto gli altri due romanzi, ma lo farò di sicuro, devo trovare il momento giusto.
Ora ho iniziato invece Stoner , di John Williams. Parla di un uomo normale nell’America della prima metà del Novecento. L’ho proprio appena cominciato quindi non sono in grado di dire di più, ma per ora mi sembra abbia le carte in regola per piacermi (se volete sapere qualcosa in più leggete qui).
Un fenomeno per me incomprensibile è invece quando leggo un libro, mi rendo conto che non fa per me ma lo leggo lo stesso e quando arrivo alla fine sento comunque nostalgia. Vorrei avere qualche altra pagina, mi dispiace aver pensato che non fosse un bel libro e mi sento quasi in colpa. Mi è successo con La profezia della curandera di Mamani e con Coral Glynn di Peter Cameron (ha scritto, tra l’altro, anche la postfazione di Stoner) che quindi, comunque, consiglio.
Credo che in generale mi piaccia la normalità, la credibilità. Che poi succede sempre qualcosa di fantastico, o di miracoloso anche se in modo minuscolo, ma è quella sfumatura di incredibile che voglio pensare possa succedere davvero. Per questo amo le storie. Perché in qualche modo possono essere vere, ma con un giusto e incantato distacco dalla realtà.
Voi quali libri avete da consigliare?