Cortenera: una storia di vino
Rimango sempre affascinata dai luoghi dove nascono le storie. Che siano case, scuole, aziende, stanze. Vite intere si sviluppano in uno spazio ben preciso che poi di quelle storie si anima e intorno ad esse si plasma. Dico storie, ma sono vaga. Ampia, anzi. Mi piace pensare che ogni oggetto o prodotto contenga incastonato un seme narrativo. Alcuni di più, alcuni di meno. Arrivo al dunque: mi riferisco al vino e altroché se contiene vita e racconti.
Tra Vicenza e Verona c’è una zona collinare, a guardarla col satellite di Google Maps è di un verde intenso. Una zona di venature che si spingono verso nord come una ragnatela che acchiappa le Alpi. A sinistra c’è il Lago di Garda, a destra, un po’ più in là, il mare Adriatico. E in mezzo a quelle colline c’è la Tenuta Ballast, dove si produce Cortenera. Una delle particolarità di questa cantina è prettamente estetica: si confonde con il panorama. C’è, si vede che c’è, ma è fusa e confusa in quel verde e non è solo appoggiata sul versante, ne fa letteralmente parte; infatti, la struttura è stata costruita dentro alla roccia, al basalto colonnare, pietra vulcanica che dà il nome all’etichetta e mineralità al vino e che diventa quindi elemento portante e significativo. Ho detto che si tratta di una caratteristica estetica, ma c’è di più: l’essere incastonata nella roccia permette alla cantina di essere isolata termicamente in modo naturale, a vantaggio della sostenibilità ambientale.
Il fondatore di Cortenera si chiama Gianluca Ferrari e non si è di certo svegliato un mattino immaginandosi questo gran progetto. No, il suo è un mestiere lento e anche antico, la sua mente illuminata. Sta portando avanti la tradizione vinicola di famiglia, che ha radici profondissime, risalgono addirittura al 1650. Quando dico che si tratta di storie vere e proprie intendo questo.
Lui, con pazienza, dedizione e con lo sguardo dritto in avanti, culla il sapere antico unendolo alle avanguardie più attuali e lungimiranti, concentrando l’essenziale in un risultato ben definito: metodo classico prodotto da vitigni autoctoni di Garganega e Durello. Nascono così Cortenera Extrabrut, Cuvée Ginevra e Durello Riserva.
Grazie Cortenera per avermi fatto conoscere la vostra storia e per avermi condotta, per ora solo con la fantasia, in un luogo che non conoscevo ma che ho appuntato tra le mete future, per un girovagare italiano e lento, scandito – è il caso di dirlo – da brindisi di immensa bellezza.