Questo monday mix è sulle relazioni. Non solo sentimentali, sulle relazioni in generale. Sulla presenza. Sull’amicizia. Che più passa il tempo, più c’è bisogno di stringere legami solidi e potenti, che aiutino a tener su quella ragnatela incasinata ma tanto fragile che è la vita. Mi interrogo sempre più spesso sulle dinamiche che regolano soprattutto le amicizie e ci sono sfumature che mi risultano ogni volta più incomprensibili e inspiegabili. Ho visto tramontare amicizie senza un perché. Sono rimasta passiva? Forse. Più che altro disarmata. È molto triste. Ci convinciamo che gli amici siano per sempre, ma più passano gli anni più il numero si riduce, le conoscenze invece intasano le rubriche del telefono, le chat di whatsapp si infiammano di chiacchierine frivoline, mentre le amicizie importanti, quelle con cui si condivide la potenza, quella vera, nel bene e nel male, diventano un’emorragia. Perché? Non lo so. Quindi no, non è un caso che abbia scelto questo argomento per la mia mensile accozzaglia di link. Il senso c’è. C’entra la gentilezza, con la sua sconcertante forza, spesso dimenticata e messa da parte perchè è più figo essere orgogliosi e anche sbruffoni e menefreghisti, piuttosto che gentili. E invece è una manna, per i rapporti, innesca umanità e comprensione, spontaneità. Sembra che facciamo di tutto per allontanarci, per essere tanto impegnati e scostanti, nascondendoci dietro i messaggi, che sono più veloci delle parole, ma che sicuramente non restituiscono il calore di un sorriso, o di un abbraccio.
Perchè vogliamo tutto facile se poi il risultato è che complichiamo quello stesso tutto in modo irreversibile?
“Avevo deluso la mia amica. Volevo solo consolarla e, invece, l’avevo fatta sentire peggio. All’epoca, credevo ancora che mi avesse frainteso. Pensavo che fosse in un momento fragile e che mi avesse aggredito ingiustamente, quando stavo solo cercando di aiutarla”
Quanta delicatezza, ci vuole, quanta capacità di pensare con la testa e con il cuore d’altri. Ci resto male quando mi rendo conto di aver sbagliato modi o anche solo pensieri, per aver trasmesso qualcosa che in realtà voleva essere diverso, o di aver trattato con superficialità o egocentrismo materia delicata come il cristallo. Leggere questi articoli mi ha fatto riflettere.
Ce n’è anche un off topic, riguarda i libri che abbandoniamo a metà. Io lo faccio, mi vergognavo ad ammetterlo però è così: se un libro non mi prende, lo lascio stare. Un po’ mi piange il cuore, ma non mi voglio arenare miseramente su una storia, quando ce ne sono tante altre lì in attesa di animarmi la fantasia. E allora, forse per espiazione, ci metto in mezzo anche questo. Contro i sensi di colpa da letture mollate lì. Vi si vuole bene lo stesso, libri non finiti, siete comunque portatori di emozioni.
Scusa se ti rispondo in ritardo
Il ghosting è la violenza psicologica preferita della nostra generazione
L’errore che ho commesso con la mia amica in lutto
Il potere dell’educazione affettiva: la gentilezza come scelta
The science – and art – of friendship
It’s ok to give up on mediocre books because we’re all going to die
Riflessioni di grande verità ❤️